La visita di Angelo Giancola
La quarta Riunione Tecnica Obbligatoria della stagione ospita Angelo Giancola, Presidente del Comitato Regionale Abruzzo, ex-arbitro con una lunga esperienza in serie B e diverse gare in serie A.
Da persone carismatiche come lui ci si attende sempre qualcosa che vada oltre una mera lezione tecnica circa fuorigioco, falli o di posizionamento sul terreno di gioco, e così è stato, in un’ora di interazione con la platea con un’energia e un entusiasmo davvero appassionante.
L’apertura di Angelo è dedicata all’arbitro benemerito Enrico Cortesi, attualmente segretario presso la sezione aquilana, dal lungo e illustre trascorso sportivo e dirigenziale in seno all’associazione, tanto da meritare la Stella Di Bronzo al merito da parte del presidente del CONI Giovanni Malagò.
“È grazie a persone come lui che la nostra associazione si mantiene viva”, afferma Giancola, ricordando ai presenti in sala che molti di loro, lui compreso, sono transitati sotto la guida e i sapienti consigli di Enrico.
Poi entra nel vivo dell’incontro dando tre punti cardine: rispetto delle regole, educazione e divertimento. Queste sono le tre parole che devono guidare gli arbitri, sia fuori che dentro il campo.
Ancor prima dell’abilità tecnica vengono i valori umani, che sono quelli che ci fanno emergere, dalla sezione alla Serie A. Su queste parole Angelo porta avanti la sua riunione, rivolgendosi in particolare ai giovani che frequentano da poco la sezione e che presto, se lo meriteranno, transiteranno al livello Regionale. “Io voglio uomini prima che arbitri”, afferma con vigoria il Presidente, rivolgendosi ai numerosi associati in organico regionale presenti alla riunione.
“L’errore è fisiologico, chi non sbaglia non potrà mai avere l’esperienza per avanzare nella piramide della nostra associazione”, ribadisce con la stessa energia di quando, solo qualche anno fa, scendeva in campo e che sente ancora di avere dentro di sé.
“Essere arbitri significa essere “folli” – nell’accezione di Steve Jobs! – perché ci si addentra in una carriera piena di ostacoli e sacrifici e, cosa più importante, che nessuno ci ha imposto di intraprendere”, ma la passione per il calcio e i principi di giustizia e lealtà sportiva ci spronano continuamente.
In sostanza, conclude Angelo, l’abilità tecnica è come un bel dipinto che senza la cornice, ovvero i valori di umanità, perde il suo fascino.
Dopo il tipico rosone aquilano donato da parte del presidente aquilano Berardino Lattanzi, tutti a cena assieme per scambiarsi gli auguri di buone feste e applicare fin da subito una delle tre caratteristiche dell’attività arbitrale poco prima ribadite da Angelo: il divertimento!